Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/166

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desse perder la vita: e fu quello che t’ingravidò. — Questa è una buona cosa, disse Luciana, quando così fusse. Ma come si addimanda il pesce? disse Luciana. A cui rispose Pietro: Egli s’addimanda tonno. — Ma fa ch’egli mi dia la tua autorità, disse Luciana: imponendogli che tanto essequisca, quanto io gli dirò. — Sia fatto, disse Pietro, il tuo volere. Ed incontanente chiamò il tonno, e commessegli che quanto ella gli imponeva, tanto egli facesse. La giovane, avuta la potestà di comandare al tonno, subito li comandò che egli gittasse la botte sopra uno de’ più belli e più securi scogli, che sotto l’imperio del padre suo si trovasse; dopo, che operasse sì che Pietro, di sozzo e pazzo, divenisse il più bello ed il più saggio uomo che allora nel mondo si trovasse. E non contenta di ciò, ancora volse che sopra il scoglio fabricasse un ricchissimo palazzo con logge e con sale e con camere bellissime; e che di dietro avesse uno giardino lieto e riguardevole, copioso de alberi che producano gemme e preziose perle: in mezzo del quale sia una fontana di acqua freddissima ed una volta de preziosi vini. Il che senza indugio fu largamente essequito. Il Re e la Reina, arricordandosi esser sì miseramente della figliuola e del bambino privi, e pensando come le loro carni fusseno già divorate da’ pesci, forte si ramaricavano, nè mai si trovavano allegri nè contenti. E stando amendue in questo affanno e cordoglio, determinorono, per refrigerare alquanto i passionati lor cuori, di andarsene in Gerusalemme ed ivi visitare la terra santa; e preparata una nave e guarnita di ciò che le conveneva, montorono in nave e si partirono, e con prospero e favorevole vento navigarono. Non s’erano appena cento miglia scostati da l’isola Capraia, che videro dalla lunga un ricco e superbo pa-