Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/133

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PARTE SECONDA 121

interrogatori, fu nuovamente condannato. Arrestato poi finalmente la terza volta, e di nuovo in Modena, e prevedendo un trattamento eguale a quello che aveva di già subìto due volte, si uccise colle proprie mani con una pistolettata, e giunse in tal modo a preservarsi dal fatale sdrucciolo delle confessioni; sdrucciolo da cui i ministri della polizia austriaca sanno ottimamente trarre partito.

L’Austriaco non si affretta mai, eppure avviene di rado che le sue vittime gli sfuggano di mano; perocchè valentissimo è nell’attutare la loro vigilanza mentre si accinge a colpirle mortalmente. Nulla aveva il Gasparinetti taciuto o travisato; e il Lattuada, edotto di ciò, si era appigliato al partito di dire d’aver porto orecchio ai disegni di congiura unicamente per conoscer bene le cose e renderne edotto il governo. La cattura degli altri congiurati potea seguitare davvicino queste deposizioni, eppure parecchi giorni trascorsero nei quali il governo lentamente arrotava l’armi sue, apparecchiava le insidie in cui volea far cadere i suoi nemici, facea chiamare gli uomini nei quali maggiormente confidava, ec. ec.; nè di questi giorni giovaronsi i congiurati per ripararsi in luogo di salvezza. Ma conviene sapere che il governo austriaco vi provvide come mi fo a narrare.

Il conte Alfonso Litta, colonnello al soldo d’Austria e fratello del duca Litta, erasi ognora segnalato per la sua devozione all’imperatore Francesco. Il suo figliuolo aveva all’incontro militato nell’esercito franco-italico in qualità di scudiere del principe Eugenio, ed erasi ognora portato da leal guerriero. Aveva il cuore assai freddo