Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/135

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PARTE SECONDA 123

Tutti i particolari della congiura erano stati così esattamente esposti dal colonnello Gasparinetti e dal Lattuada, che ai novelli arrestati era impossibile l’attenersi alla impugnativa. La sola quistione che potesse tuttora venir dibattuta fra’ giudici e gli accusati era quella dell’esistenza d’un comitato direttore; esistenza di cui i giudici diceansi di già accertati, e la quale era dagli altri impugnata risolutissimamente. La giunta a cui venne affidata l’istruzione del processo e il giudizio componeasi del conte Cardani, presidente, dei giudici Freganeschi, Bonacina, Borghi e Gianni, e del regio procuratore Draghi; tutti di già celebri per l’astio feroce che aveano mostrato contro i liberali nei fatti del 1799.

Furono gl’inquisiti tratti a Mantova, e chiusi in una torre le cui fondamenta sono piantate nel lago fangoso che circonda la città: dati in balía ad uomini della fatta di quelli che componevano la commissione, aveano fortissima cagione di temere, e difficilmente perciò poteva essere serbato il segreto intorno alla esistenza del comitato direttore. Ma pure dovendo essi venire tuttora processati e giudicati secondo il codice di processura criminale del regno d’Italia, avevano difensori, doveano comparire in pubblico, e potevano protestare contro quei violenti o crudeli trattamenti che loro fossero stati fatti: era perciò duopo valersi di nuovo della astuzia.

Essendo il generale Teodoro Lecchi il più ragguardevole tra’ congiurati, non era possibile che l’esistenza del comitato direttore fossegli rimasta occulta; epperciò sopra di lui pose in opera la giunta i suoi artifizi. Il signor Ghisilieri, nuova maniera che era di giudice-dilettante, avea per costume d’entrare ogni mattina per