Pagina:Studi storici sul centro di Firenze 1889.djvu/128

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nari delle eredità di Filippo di Lapo speziale, e di Tommaso di Matteo forzerinaio, un fondaco di Giuliano di Francesco di ser Gino (Ginori) posto nel popolo di S. Andrea, luogo detto Kalimala confinato «a j.° Via, a Nicolò di Zanobi di Ser Gino, a 1j.° Via, a 11j Jacopo di Ser Francesco Ciay, per fiorini 750 d oro»2. La strada confinante a primo è Calimara, l’altra indicata come terzo confine è quella a tergo. Questo fondaco per le scritture si conosce essere quello in faccia a Via delle Sette Botteghe, sopra il cui ingresso è l’arme dell’Arte; e la riuscita nella Via de’ Cavalieri è per una di quelle porticine che si vedono sotto il Tabernacolo, e sotto il possesso Da Castiglione.

La conoscenza di questo fatto basta non tanto a spiegare la mancanza, che ho notata, di qualunque indicazione di persona o di famiglia; quanto ancora perchè, esempio piuttosto singolare, si veda nella cartella del piano solamente la data MCCCCLXXXVII intagliata a grandi lettere. Il Da Castiglione ci fa sapere che nel Tabernacolo era la Vergine Maria, e l’Arte dei Medici e Speziali aveva appunto la Vergine Maria per suo stemma; sicché qui l’imagine fu posta per indicare il padronaggio del bel Tabernacolo che oggi osserviamo; la data per indicare quando fu fatto. Ma ciò non è tutto: con felice trovata si volle rendere proprio parlante tutto l’adornamento, imperocché i bassorilievi dei pilastrini e dell’arcovolto che, a chi gli guarda senza intenzione, sembrano disegnati e composti a candelabre con foglie e altro di variate e capricciose figure, a chi si fermi ad osservare particolarmente le forme e qualità delle singole parti che compongono i fregi, vien fatto di scoprire che tal composizione è stata fatta combinando insieme figure di foglie, di fiori e di semi usati nella medicina, specialmente in antico.

E senza trattenermi a cercare i respettivi nomi delle piante officinali qui rappresentate colle diverse forme di foglie, mi limiterò ad osservare la figura delle mele granate