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200 SULLA FERROVIA

nale. In Firenze si collega a tutta la conca del Po e dell’Adige; in Roma si collega a Napoli, a Otranto, al Faro, alla Sicilia.

Questo è nel fatto naturale e costante e nei destini del futuro.

Ma pel momento, pel tristo e inglorioso momento, la linea da Firenze a Roma è intercetta da una forza straniera, intorno a cui si stringono tutte le forze nemiche all’Italia. Quella ferrovia non può dunque per ora servire al supremo intento della nazionale difesa; anzi non può nemmeno servire al libero e sicuro passaggio di tutti i cittadini. Finchè ciò duri, gli officii di ferrovia nazionale si devolvono dunque alle due prossime linee, la Perugina e l’Adriatica. Or, fra le due, la Perugina avrebbe nella direzione da Firenze a Napoli l’aperto vantaggio della brevità, solchè venisse continuata per l’alta Sabina e la Marsica fino alla valle del Liri. Essa potrebbe adunque essere per ora la linea nazionale per eccellenza. — Ma fino a quando ancora codesta condizione fattizia le potrebb’essere assicurata?

Miei Signori, ciò dipende dall’avvenire del napoleonismo; il quale, finché duri, avrà sempre in forza sua di occupare anche queste due linee, come la Senese e la Maremmana. Io non intendo far qui dissertazioni politiche o atti di profezia. Vi dirò solo, perchè concerne il destino e il valore della vostra ferrovia, che in Italia la stampa e la diplomazia chiudono li occhi alla luce del giorno quando affettano d’ignorare il fenomeno chiaro e lampante del napoleonismo, ostinandosi a considerarlo, non come un’assoluta e imperiosa ragione di stato che consulta e calcola solo sè stessa ed ha una grande ed essenzial parte di sè in Italia, ma come una potenza sentimentale, che s’infervori a proteggere il papa re, quasi per capriccio di corte che dimani ben potrebbe mutarsi in altro contrario capriccio. No, il napoleonismo è venuto, or son dodici e più anni, in Italia assolutamente per suo proprio conto e interesse; soltanto si vale, all’antica, di tutti gli amminicoli che trova. Ma Perugia ben si ricorda che con pochi scrupoli il vecchio Napoleone la voltò di città papale in città francese del dipartimento del Trasimeno; ben sa che Luigi Napoleone, or son quasi dieci anni, determinò d’intitolarsi Napoleone III, il che lo annunciava erede di Napoleone II nato re di Roma; ben sa infine che il napoleonismo, in ogni suo detto e fatto, non mostrò di ve-