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202 SULLA FERROVIA

nel 1849 i difensori di Roma, di Venezia, del Cadore, la Francia non avrebbe più codesta alta mano strategica su tutta l’Italia; poichè, per poco che il contrasto si prolungasse, non sarebbe più sicura della sua base maritima; e forzare la penisola solamente da un capo sarebbe altra impresa. Ma voi sapete, Signori, che l’armamento nazionale è reso impossibile dagli interessi della casta militare e dalle illusioni della casta elettorale; ond’è forza che l’Italia resti in arbitrio dello straniero. Scoperte così della necessaria difesa, anche le linee libere stanno sotto il dominio del cannone francese di terra e di mare. La vostra ferrovia può dunque divenir militare e nazionale sol quanto e quando convenga agli interessi dell’imperio francese; il quale, finchè duri, comprende nell’inalterabile e inesorabile sua geografia tutta l’Italia.

Or da questo malfermo e ruinoso pendio delle ferrovie militari, raccogliamoci sull’inconcusso terreno degli interessi immediati.

Una ferrovia regionale non è un viscere necessario alla vita della nazione, alla sua generale difesa, alla sua continuità. Ma essa è come una possente arteria che sgorga entro il braccio un caldo getto di sangue e fa vibrare i polsi d un popolo a tutte le opere della vita.

L’Umbria, a cui capo sta Perugia, è in superficie la metà della Lombardia (chilometri quadri 10,622). È la gran valle del Tevere, valle spaziosa, alta sopra la campagna romana e le maremme toscane, salubre, ubertosa, protetta in tre parti dagli Apennini, fecondata con copiose piogge dai due mari. Essa è molto simile nell’aspetto, nell’ampiezza, nel clima, (benchè notabilmente più mite) nella feracità del terreno (benchè notabilmente maggiore) e forse nell’indole degli abitanti, all’alta Lombardia. Perugia è posta sopra un colle come Bergamo; fu sempre bellicosa come Brescia; Perugia sanguigna.

Ma v’è tra l’Umbria e l’Insubria, tra l’Umbria e l’Insubria, una immane differenza. L’Umbria è coltivata solo per due quinti della sua superficie; e ciò fa indurre che anche la parte coltivata noi sia quanto il potrebbe. La popolazione appena compie mezzo milione d’anime (504,000); non fa cinquanta per chilometro (47); e l’Insubria, benché in gran parte ingombra dalle eccelse Alpi e Prealpi, ne ha quasi tre volte tanto. Dorme dunque entro le glebe della vostra terra il pane e il vino per un millione di viventi,