Pagina:Sulla venuta in Italia degli arciduchi d'Austria conti del Tirolo.djvu/32

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degli Arciduchi d’Austria Conti del Tirolo 27

non infastidire il lettore. A darne però un’idea e in pari tempo come saggio dello stile dell’epoca, riporteremo, che verso la fine comparvero i cavalieri «di Zefiro, di cui era capo il Sig. Duca Serenissimo, il quale teneva una ferrata mazza colla destra... cavalcava un gran destriero baio, che nel pelo tendeva al color dell’oro, balzano d’un piede, che negli occhi era fuoco ardente, nelle chiome mare ondeggiante e che con la testa elevata emulava l’alta condizione del suo signore e con sonori nitriti publicava i vanti della sua gloriosa servitù, tanto superbo di questa, che co’ lampi che uscivano dalle accese nari e co’ tuoni, che scoteva dal ferrato piede, minacciava fulmini a chi avesse preteso di contrastargliene le prerogative.»

«La sopraveste di S. A. era di raso turchino coperta di preziosi ricami d’oro e d’argento tempestati di canutiglie, e di perle preziose e così pure la bardatura del cavallo. Superbo era il Cimiero composto di penne bianche, turchine e di color d’Isabella.»

«Padrini del torneo erano «il Serenissimo sig. Principe Almerico e il sig. Marchese Claudio Rangoni1. Questo giovinetto Principe, che ap-

  1. Almerico d’Este figlio di Francesco I. Giovinetto volle militare a fianco del padre nella guerra del Piemonte