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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 53

Di quando in quando, udendo il galoppo dei quattro cavalli, quantunque molto attutito dalle erbe, delle coppie di antilopi dalle coma forcute, della statura dei vitelli, però di forme più eleganti, sottili, slanciate, col pelame rossastro sopra e bianco sul petto e sotto il ventre, balzavano fuori dai cespugli e si allontanavano colla velocità del vento agitando le loro lunghe e sottilissime corna, oppure delle bande di scoiattoli prendevano la fuga, strappando a Minnehaha degli scoppi di risa che John non riesciva a reprimere.

La presenza di quella selvaggina era di buon augurio, poichè tutti gli animali della prateria temono l’indiano come la peste, sapendo ormai che è il loro peggiore nemico. Se qualche colonna volante, di Chayennes o di Arrapahoes, avesse fatta la sua comparsa in quei luoghi, non vi sarebbero rimaste nemmeno le gazze, mentre invece continuavano a gridare tranquillamente sulle più alte cime delle piante.

— Orsù — diceva l’indian-agent. — Tutto va bene. Se possiamo raggiungere le ultime corriere di Kampa saremo già quasi in porto. —

La corsa, non sempre furiosa, continuò fino dopo il mezzodì, senza cattivi incontri.

Volendo tenere i cavalli in buono stato, quantunque tutti resistentissimi, fecero una fermata d’un paio d’ore sgretolando alcune dure gallette di maiz che avevano portato dall’accampamento, alle quali il gambusino, pratico della terra, aggiunse delle kamas, delle kooyak e delle yampa, specie di cipolle che crescono allo stato selvatico e che sono eccellenti.

Quella sosta fu però interrotta dalla comparsa di un branco di lupi neri grossissimi ed anche audacissimi, i quali si misero subito dietro ai cavalieri, coll’evidente intenzione di aspettare la notte per tentare un attacco.

Anche quello era un buon segno, poichè perfino il lupo affamato evita l’indiano come se sapesse già che l’aspetterebbe, presto o tardi, una bella pentola colma d’acqua bollente; nondimeno i quattro fuggiaschi avrebbero preferito di non averli alle calcagna, poichè colle lugubri urla avrebbero potuto attirare l’attenzione dei nemici a due gambe, ben più pericolosi di essi in quel momento.

— Che ci mangino questa notte? — chiese Harry, scherzando, a John, che gli cavalcava a fianco.

— Sarebbero capaci di tentare il colpo se non avessimo un rifugio per attendere l’alba. Non so ancora come si troverà, nondimeno qualche sotterraneo ci deve esser rimasto, almeno quello dove i banditi furono arrostiti.

— Che cosa mi racconti tu?

— Per ora nulla: se saremo tranquilli ti narrerò un aneddoto interessante quando saremo intorno agli zamponi d’orso.

Veramente sono molti anni che non rivedo la Missione del Massacro, però non credo che gl’Indiani si siano divertiti a demolirla.