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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 57

prefisso di civilizzare le pelli-rosse del Colorado, e con grandi spese avevano eretto questa specie di convento.

Disgraziatamente in quel tempo vi erano, almeno da queste parti, più banditi messicani che indiani da catechizzare.

Si erano formate delle bande di leperos e di salteadores sanguinari, che davano dei grandi fastidi al Governo americano, poichè se la prendevano perfino colle corriere, portando via la posta e massacrando, senza misericordia, tutti coloro che tentavano di opporsi alla loro violenze.

— Io e Giorgio ne abbiamo infatti udito parlare, — disse Harry.

— Ed incolpavano poi, delle atrocità che commettevano, gl’Indiani, — aggiunse il gambusino, il quale si era seduto presso Minnehaha, stringendosele quasi addosso, come per proteggerla dai soffi impetuosissimi del tornado, i quali entravano da tutte le parti.

— È vero, — disse l’indian-agent — e molte povere pelli-rosse pagarono per quei banditi.

Il Governo americano avendo saputo finalmente che si trattava di una grossa banda messicana che operava sempre sulle frontiere e che appariva e scompariva con velocità fulminea, mercè la velocità dei suoi ottimi cavalli, arruolò una colonna di volontari per finirla e, come potete immaginare, amici, nella mia qualità d’indian-agent, mi arruolai volentieri.

Dopo un numero infinito di corse attraverso tutto il Colorado e l’Utah, ecco che un bel giorno veniamo informati che la terribile banda, che da tre mesi ci teneva in scacco, si era diretta verso questa Missione, coll’intenzione certo di saccheggiarla, perchè quei monaci godevano fama di essere largamente sovvenzionati da ricche e pie messicane.

Arriviamo a spron battuto e circondiamo l’edificio. I banditi erano già dentro e, senza perdersi d’animo, ci ricevono con un terribile fuoco di carabine che mette fuori di combattimento un buon numero dei nostri, i quali erano costretti a combattere all’aperto.

— Eravate almeno in molti? — chiese Giorgio.

— Un centinaio, agli ordini d’un certo capitano Mac Lelland, che credo non avesse paura nemmeno del diavolo zoppo, — rispose John. — Ma ecco che, dopo una buona ora, la fucilata cessa e più nessun rumore si ode nell’interno della Missione.

Gettiamo giù, a colpi di scure, una porta, decisi a sterminare quei banditi, e con nostro gran stupore troviamo in questo chiostro, se non erro, ventidue monaci stesi al suolo, colla bocca imbavagliata e le mani ed i piedi legati.

— Erano stati risparmiati? — chiese Giorgio. — Erano dunque qualche volta generosi quei terribili banditi?

— Aspetta un po’, curioso! — rispose John, facendo girare l’arrosto già quasi cotto. — Ci slanciammo su per le scale e dentro le