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to anche lei: — Come potremo ottenere dai nostri figliuoli il perdono di aver dato loro questa vita?
Ma lei, sempliciona, disse: — I nostri figliuoli sono beati di vivere.
La vita, ch’io allora sentivo quale la vera, la vita del sogno, tuttavia m’avviluppava e volli proclamarla: — Perchè loro non sanno niente ancora.
Ma poi tacqui e mi raccolsi in silenzio. La finestra accanto al mio letto andava illuminandosi e a quella luce io subito sentii che non dovevo raccontare quel sogno perchè bisognava celarne l’onta. Ma presto come la luce del sole continuò così azzurrigna e mite ma imperiosa ad invadere la stanza, io quell’onta neppure più sentii. Non era la mia la vita del sogno e non ero io colui che scodinzolava e che per salvare se stesso era pronto d’immolare la propria figliuola.
Però bisognava evitare il ritorno a quell’orrenda grotta. Ed è così ch’io mi feci docile, e volenteroso m’adattai alla dieta del dottore. Qualora senza mia colpa, dunque non per libazioni eccessive ma per l’ultima febbre io