Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/199

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non sentir più parlare di quella lettera che l’annoiava.

Tanti capolavori fatti in collaborazione avevano creato fra i due una dolce intimità. Ambedue riconoscevano i meriti dell’altro. Ma c’era di più: nessuno dei due invidiava la superiorità dell’altro. Per il Brauer era una grande sventura quella di essere nato scrittore, e coloro cui era toccata senza nessuna colpa una disgrazia simile, avevano diritto ad ogni protezione da parte dei compagni più fortunati. Per Mario, poi, la capacità commerciale era proprio quella che egli non aveva mai ambita.

Soltanto Mario non era molto persuaso che il Brauer meritasse un salario tanto più alto del suo. Occorse tale invidia per far nascere la favola. Dunque anche il povero Brauer si mutò in un passerotto, ma fu accompagnato nella sua metamorfosi da Mario stesso. Ai due passeri naturalmente veniva offerto del pane perchè essi esistono perchè la bontà umana possa esercitarsi a buon mercato. Il Brauer volava ad esso per la via più diritta, e perciò più bassa. Mario volava in alto ed è così che arrivava in ritardo. Ma digiunava volentieri confortato dal-