Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/233

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la faccia con la mano per grattarsi prima il naso, poi la fronte e infine il mento sapeva forse ridere con una parte del viso alla volta) si mise gravemente a discutere la domanda di Mario. Dapprima emise il dubbio che forse il Westermann si sarebbe potuto seccare di tante pretese, eppoi, vedendo che Mario appariva dolente di vedersi negata una domanda che non danneggiava in niente il Westermann, e dava tanta quiete a lui, ebbe un’alzata d’ingegno: — Ma non credi che chi pagò duecentomila corone avrà ogni ragione d’affrettarsi a far fruttare il suo denaro?

Mario riconobbe la bontà dell’argomento, ma il suo desiderio era tanto forte che qualunque argomento non sarebbe bastato ad annullarlo. Attendere ancora? Che cosa avrebbe fatto tutto quel tempo? Le favole non si fanno che in giornate ricche di sorprese. Aspettare è un’avventura, anzi una sventura sola, e può dare una favola sola, ch’egli aveva già fatta: la storia di quel passero che moriva di fame aspettando del pane là ove, per caso, una volta sola ne era stato sparso (esempio d’ingordigia e d’inerzia associate, che si ritrova talvolta nelle