Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/234

Da Wikisource.

— 224 —

favole). Mario era esitante. Cercò e non trovò qualche altra parola (non troppo forte) per insistere nella propria preghiera. E ci fu perciò un’altra pausa nelle trattative. Il Gaia centellinava il suo caffè e aspettava il consenso di Mario, che, evidentemente, non poteva mancare. Mario guardava la calvizie del rappresentante di Westermann, il quale rileggeva attentamente il contratto ficcandoci il naso lungo, affilato, sul quale tremavano gli occhiali. Perchè tremavano quegli occhiali? Forse perchè quel naso passava sul contratto da parola a parola, per vedere se il desiderio di Mario vi fosse già appagato. La calvizie del tedesco, che gli era rivolta come una faccia muta, cieca e priva di naso, era molto seria, perchè le mancavano gli organi per ridere. Anzi — pelle rossa sporcata da qualche pelo fulvo — era tragica. — Infine — pensò Mario — avrò pazienza e non appena avuti i denari potrò render pubblico il mio successo. Sarà come se il libro fosse stato già tradotto. — E, rassegnato, s’accinse a firmare il contratto con la penna a serbatoio prestatagli dal Gaia.

Il Gaia lo fermò: — Prima i denari, poi la