Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/72

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mente (cioè ad essa, ch’egli per sè nulla domandava) i precetti di morale ch’essa poteva aver dimenticati. E v’era anche il pericolo che essa avesse dimenticato le sue parole e non le sue azioni.

Corse al tavolo per scriverle di venire a trovarlo. Perchè no? L’avrebbe ricevuta sereno come tuttavia i suoi dipendenti in ufficio e le avrebbe raccomandato di badare meglio al suo destino.

Con la penna in mano si trovò imbarazzato. Voleva farle intendere subito che la lettera non proveniva da un amante ma da un vecchio rispettabile che la invitava per suo bene di venire a trovarlo. Prese un biglietto da visita e sotto al proprio nome scrisse due parole d’invito. Lasciò il biglietto sul tavolo e ritornò alla finestra. Sarebbe stato meglio ch’essa fosse passata di nuovo per la via. C’era il pericolo che a quell’invito, strano per lei, essa non corrispondesse. Ma era importante ch’essa venisse, importante per lui.

Ritornò al tavolo e riscrisse lo stesso biglietto che le aveva mandato tante volte. Col più vivo rossore perchè la sua colpa era così evocata