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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/407

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400 DEGLI ANNALI

magistrati passavano le cerimonie. Sedendo Claudio alla festa Circense, ove rappresentavano il gioco di Troia nobili donzelli a cavallo, e tra gli altri Britannico, nato dell’imperadore, e L. Domizio adottato, poi succeduto, e detto Nerone: parve predirgliele il favore della plebe, verso lui più ardente: e contavano che nella culla, quasi a guardarlo, stettero due serpi. Favole e maraviglie da stranieri, perchè egli, che non abbassava le cose sue, solea dire esserglisene veduta in camera una sola.

XVI. Ma recava questo ardore dalla memoria di Germanico, della cui stirpe non v’era altro maschio, e l’accresceva la compassione d’Agrippina sua madre, imperversata sempre dall’empia Messalina, e allora più che mai; ma dal trovar le cagioni e accusatori la svagava il nuovo amore di C. Silio, giovane il più bello di Roma; di cui era sì perduta, che per godersi tutto l’adultero, fece ch’egli scacciò Giunia Sillana sua moglie nobilissima. Conosceva Silio lo suo peccato e pericolo; ma il vedersi, negandole, spacciato; il poterlo forse frodare, i doni grandissimi, il fecero andare oltre, e intanto godere. Ella alla libera gli andava a casa con gran comitiva: uscito, l’accompagnava; gli versava tesori, lanciava onori: finalmente i servi, i liberti, arredo del quasi scambiato principe, si vedevano in casa l’adultero.

XVII. Ma Claudio, che queste tresche non sapeva della sua moglie, badando a fate il censore, riprese agramente la popolar licenza ne’ teatri, d’aver detto vituperi di P. Pomponio, stato consolo (che componeva versi agli strioni), e di donne nobilissime. Contro alle ingorde usure, fece legge: „Che niuno prestasse danari per pagare alla morte del padre„. Condus-