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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/439

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432 DEGLI ANNALI

e l'esercito andato ne’ Ganghi guastò per tutto e predò, che non ardiron venire a giornata; bezzicaronlo alla sfuggita, e male ne incolse loro. Appressatosi al mare che guarda ibernia, le discordie dei Briganti fecero ritirare il capitano, risoluto di non tentar cose nuove se le prime non erano accomodate; e avendone certi pochi, che presero l’armi, uccisi, agli altri perdonato, gli lasciò quieti. Non fece già posare l’arme a’ Siluri nè atrocità nè perdono, chè bisognò domarli con le guarnigioni; e prima per più agevolezza, mettere nel paese già vinto la colonia Camaloduno di buon numero di soldati vecchi per nostro aiuto, contro a’ ribelli, e per avvezzare gli amici alle buone leggi.

XXXIII. Poi cavalcaro in esso Siluri feroci, per sè, e per gran fede in Garattaco loro capitano il primo cavaliere de’ Britanni, per alte e varie avventure; il quale vantaggiandoci di notizia de’ luoghi, ma di soldati buoni cedendoci, con astuzia ridusse la guerra nelli Ordovici, e congiuntosi con quelli che temevano di nostra pace, volle tentar fortuna, e si pose in monte ripido, dove l’entrata e l’uscita e tutto fusse a nostro disavvantaggio; e dove salir poteasi, con sassi quasi lo trinceò; e difendea lo fiume pericoloso, oltre a’ soldati migliori paratisi dinanzi a’ ripari.

XXXIV. Intorno a’ capitani, e qua e là per tutto, scorreva Carattaco a confortare, inanimire, levar paura, dare speranze, e altre spronate a combattere: Quella esser giornata, esser battaglia di ricoverata libertà o sempiterna servitù; nominava i loro passati che cacciaron via Cesare dittatore; per la virtù di quelli diceva esser le mannaie, le rapine levate; as-