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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/451

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444 DEGLI ANNALI

vernando questi la Galilea e Felice la Samaria, che si nimicavano per natura, e più allora che sprezzavano i mali governanti. Si rubacchiavano, assassinavano, tradivano e venivano alle mani. Le prede portavano a essi governanti, cui da prima ne ridea l’occhio; ma, cresciuti gli scandali, vi tramisero de’soldati, che vi rimasero morti; e ardeva la provincia di guerra, se di Sorìa non venia Quadrato, il quale agli ucciditor de’ soldati mozzò le teste senza pensarvi. Verso Felice e Cumano, avendogli scritto Claudio che giudicasse anche loro, come cagioni della ribellione, stette sospeso: e fecesi seder Felice allato in tribunale per uno de’ giudici, perchè di lui non parlassero gli accusanti. Così dei peccati di due punito fu solo Cumano; e la provincia quietò.

LV. Indi a poco tempo i Cliti, villani di Cilicia, soliti a sollevarsi, si mossero sotto Trosoborre lor capitano, e s’accamparono in monti aspri; indi calando alla città o marine, assassinavano terrazzani, lavoratori, mercatanti e barcaiuoli; e fu assediata Anemur e rotto Curzio Severo, mandatovi di Soria con cavalli, non buoni come i fanti, a combatter per quelle fratte. Antioco, re del paese, con lusingar que’ Barbari e ingannare il Capo, gli sbrancò. Lui uccise con pochi suoi principali, al resto perdonò e quietolli.

LVI. In questo tempo fu tagliato il monte tra il lago di Rossiglione e ’l Garigliano, perchè più gente vedesse la magnilica battaglia navale, ordinata in esso lago, a concorrenza di quella che fece Augusto nel pelago da lui cavato di qua dal Tevere, ma con meno legni e minori. Claudio armò galee e fuste con diciannovemila combattenti; fecevi di travate un cer-