Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
78 | DEGLI ANNALI |
i savi prorvedimenti fatti, e quello che essi dovevano fare nella presente battaglia: „Il soldato romano combattere non pure in pianure, ma in boschi e burroni, se mestier fa; quelle targhe e pertiche sconce de’ Barbari tra le macchie e gli alberi non valere, come i lanciotti e le spade e l’assettata armadura. Tirassero di punta spesso al viso; non aver quei corazza, non celata, nè scudi di ferro o di nerbi, ma di graticci o tinte assicelle: aste (chenti elle si sono) nelle prime file: nel resto mozziconi di pali arsicciati: esser terribili d’aspetto, rovinosi a prima furia; ma non sopportare le ferite: voltare, fuggire: non vergogna, non ubbidienza conoscere: nelle rotte codardi; nelle bonacce, nè d’uomini, nè d’iddio ricordevoli. Se bramano finire il tedio dei viaggi del mare, in questa giornata consistere. Essere più all’Albi, che al Reno ricini: finita ogni guerra, se, lui calcante l'orme del padre e del zio, fermeranno in quelle terre vittorioso.„ Il dire del capitano infocò i soldati, e diedesi il segno alla battaglia.
XV. Nè Arminio e gli altri capi mancavano d’incorare i Germani: „Quelli essere romanastri dell’esercito di Varo, abbottinati per non aver a combattere: che disperati tornano con lor malanno a pasturare le spade germane delle loro membra sforacchiate di dietro o macinate dalle tempeste. Esser venuti quatti quatti per tragetto di mare, per non dare in chi gli pettoreggi, cacci e prema; ma quando saremo alle mani vittoriosi, non varrà loro venti e remi. Con gente sì taccagna, crudele e superba, puoss’egli altro che mantener libertà o morire?„
XVI. Così riscaldati, e chiedenti battaglia, li con-