Pagina:Tanehiko - Uomini e paraventi, 1872.djvu/40

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capitolo i. 13

mio signore: per la ragione che ho detto, io non mi son servito di una freccia appuntata, ma d’una freccia a capocchia di legno in forma di rócca:1 e poichè dentro a questa specie di rócca è rimasta una piuma di beccaccino, non vi può esser dubbio che la freccia non l’abbia toccato. Benchè di cose poetiche io m’intenda quanto il più rozzo dei barbari dell’Oriente, un’idea dello spazio e del tempo l’ho anch’io. Comunque, certo è che l’intenzione di fermar l’uccello con un colpo di freccia, io non l’ho avuta. Eppure, questo ragazzo inesperto, questo che tutti voi chiamate col soprannome di Braccetto, la sua mira non

  1. Di tali frecce si servono i Giapponesi in certe cerimonie di scongiuri, ed anche, secondo altri, per mandar lettere nel campo nemico.