Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/143

Da Wikisource.

fosca 141

dà per egoismo, è poi sacrificio sì grande e sì raro che pochi o nessuno lo può comprendere.

Fosca aveva una cameriera giovane e bella, fidanzata ad un domestico di suo cugino. Mi era sembrato un giorno che ella mi avesse visto dare un bacio alla sua padrona, nell’istante che attraversava un corridoio nel cui fondo v’era uno specchio che rifletteva l’interno del nostro gabinetto. Non era in errore. Una sera, nel discendere le scale, intesi che ella parlava di me al suo innamorato in una stanzetta attigua al pianerottolo.

Mi arrestai ad origliare.

— Non sai? le diceva ella, ora ne sono proprio certa; la signora Fosca fa all’amore col capitano.

— Possibile! Non lo crederei se vedessi.

— Mio caro, io ho veduto, e ci credo.

— Cosa li hai veduti fare?

— A darsi un bacio.

— Lei a lui?

— No, lui a lei.

— Ah! ah! è doppiamente incredibile! quella donna farebbe scappare il diavolo.

— Tutti i diavoli, è addirittura orribile!

— Vorrei poi vederla in camicia.

— Cattivo.

E in mezzo alle loro risa intesi il rumore di un bacio che si erano dati quasi per accertarsi della differenza che vi era fra i loro ed i nostri.

Mi allontanai profondamente ferito nella mia vanità, triste, mortificato.

Ma ciò non era il peggior male; tutte le persone che frequentavano la casa del colonnello se n’erano avvedute; nessuno osava parlarmene, ma il loro contegno me ne assicurava. Più volte a tavola aveva sorpreso alcuni sorrisi e alcuni sguardi di intelligenza che mi avevano tra-