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miserabili che si trovano allo svolto del canale. Siamo entrati nella stalla; alcuni bambini giuocavano in un angolo della mangiatoia, e ci guardavano attoniti e quasi spaventati; non sapevano levarci gli occhi d’addosso. Che quiete là dentro! che caldo! Ho chiesto a Clara:

«— Vorresti vivere qui con me?

«— No, rispose ella tristamente, ho orrore della povertà.

«Quella contadina ci ha detto:

«— Loro signori sono già stati qui a San Giorgio, me ne ricordo.

«— Quando? chiese Clara.

«— A San Giorgio, nel giorno in cui si usa andare a bere il latte in campagna.

«Allorché fummo usciti, Clara mi disse:

«— Ho voluto farle ripetere due volte il tuo nome.

«Ritornammo attraversando quell’argine lungo e sottile che divide i due canali. Bisognava camminare l’uno dietro l’altro. Clara mi disse:

«— Va’ dinanzi tu, voglio vederti.

«Mi rivolsi a un tratto improvvisamente, e la sorpresi con le lacrime agli occhi.

«— Tu piangi, le diss’io con ansietà. Che hai? Perché piangi?

«M’interruppe con un sorriso, e mi disse:

«— È effetto del guardare la neve. Come sei poco esperto di lacrime!

«Risalimmo nella vettura che ci attendeva. Il vetturino ci guardò quasi stordito. Eravamo tutti immollati. Ci facemmo condurre a Porta Magenta, e ripigliammo le nostre scorrerie a piedi. La nebbia si era sollevata, e il sole splendeva di tutta la sua luce. La neve pareva fatta di tante pagliuzze d’argento, e abbagliava. Gli alberi erano pieni di gazze e di merli, il torrente era gelato da un