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284 amore nell'arte

fianco, e avessi bisogno della tua Anna..., oh allora chiamami; suona quella sinfonia memorabile di Kummel, le cui note ci ricordano il primo giorno avventurato del nostro amore, e a quel richiamo, io abbandonerò tutto, io volerò ancora presso di te, dovessi per ciò divellermi dall’infinito, e rinunciare alle gioie più sacre e più inebrianti del cielo».

E tredici mesi dopo le nozze di Riccardo e di Anna, la Germania era commossa dall’apparizione di una raccolta di grandiosi componimenti musicali, che un artista già grande e ancora ignorato dedicava sotto il titolo di Foglie di cipresso, alla santa memoria di Anna Roof sua moglie.

Passeremo di volo su tutte le fasi della sua vita di artista: non accenneremo ad alcuna delle sue composizioni più elette, benché quell’ingiusta dimenticanza a cui furono condannate da una fatalità dolorosa, altrettanto che inesplicabile, ci ecciti a riporle, per quanto è in noi, alla luce della pubblicità e della gloria. Ma ciò appartiene al cómpito dell’arte e sfugge alle esigenze del romanzo. E chi d’altronde potrebbe rintracciare nel vasto oceano dell’armonia, tra i ruderi de’ suoi monumenti abbattuti, le reliquie di quelle concezioni obbliate e disperse? Prodigio ineffabile dell’amore! Egli è sopravvissuto alla scienza, egli che ne è la sintesi, egli che è la scienza immortale della vita. Il nome di Riccardo accoppiato alle glorie palesi dell’arte fu travolto nell’oscurità e nell’obblìo, congiunto alle gioie segrete dell’affetto è passato splendido e illeso a traverso le tenebre secolari del tempo. L'amore, giudice e maestro dell’umanità, ne registra la storia ne’ suoi volumi infiniti. L’umanità è nata e si perpetua coll’amore, nè potrà ricomporsi che nella sua tomba medesima.

Dopo la perdita di Anna, Riccardo abbandonò Amburgo,