Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/325

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amore nell'arte 325

avvolge tutti i segreti della natura, io credo che nessuno possa sorridere di questo pensiero: la superstizione ha pure i suoi diritti, giacché è dalle sue tenebre che uscirono in ogni tempo i primi barlumi della verità e della luce. Ma avete voi mai passato una notte in un cimitero? — Il silenzio vi è più tetro che in qualunque altro punto della terra, e non per ciò vi sembrerà meno di sentire qualche cosa che vive, che pensa, che si agita sotto di voi. — Certose i morti vivono, la debb’essere una vita di solenni meditazioni... E come passano essi quelle lunghe notti d’inverno?... quegli anni infiniti della loro muta esistenza?... Alla pioggia, al sole, alla neve... Povere anime! — No, egli non è vero che la morte uguagli tutti i destini; la ricchezza ha preparate le sale sepolcrali, e vi mantiene ancora un raggio di quella luce, di cui essi erano cosi avidi nella vita.

In una di quelle più splendide dimore fu collocata la salma di Giulia, e la giovine riposa sopra il suo lenzuolo di gramaglia come in mezzo ai veli del suo letto verginale. La sua bellezza ha nulla smarrito delle sue seduzioni; un abito bianco, leggiero, quasi vaporoso, ricopre le modeste sue forme; i suoi capelli neri e disciolti sono trattenuti sulla fronte da una corona di tuberose ancora fresche, le sue mani bianchissime le cadono dai fianchi coll’abbandono soave del sonno, e solamente i suoi piedi diritti e riuniti fanno fede dell’orrida rigidità della morte.

Bouvard penetra in quel luogo colla gioia scolpita sul volto, con quella trepidazione affannosa ma dolce che ci accompagna al primo convegno colpevole della donna desiderata. Il ribrezzo non lo trattiene, non frena la sua impazienza, non ammorza l’avidità irresistibile della sua passione: — ma ogni indugio può essere fatale al suo disegno, — è d’uopo affrettarne l’esecuzione: — il suo oro gli ha procurato dei complici..., egli invola il cada-