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che si presenti alla madre generale per accusarsi a lei di qualche grave infrazione.
Clelia seguiva impacciata e mortificata, timo rosa che l'accusassero, per l'accaduto, di poca oculatezza materna.
Germano e la nonna stavano adesso in piedi nel centro della sala, uno a fianco dell'altra; la signora Rosemberg immobile, il giovane con le mascelle contratte per non cedere alla voglia di ruggire e scagliarsi a testa bassa contro quei tre esseri che si erano insinuati obliquamente nella sua vita.
Flock, acquattato ai piedi del padrone, rin ghiava sommesso e mostrava i bianchi denti aguzzi agl'intrusi.
Giovanni chiuse accuratamente la porta d'in gresso, poi disse alla figlia:
— Il ragazzo nega; il ragazzo giura che non è vero.
Balbina si staccò dai genitori, che rimasero nell'ombra, vicino all'ingresso, e si avanzò len tamente, a passi brevi e silenziosi, fino alla si gnora Rosemberg. Le sollevò la mano con atto di religiosa sommessione, v'impresse lungamente le labbra; poi, curva, quasi genuflessa, parlò a fatica, evitando di volgere gli occhi dalla parte di Germano.
— Se il ragazzo nega, lo fa certo per il mio bene, per non compromettermi e non mortifi carmi. Anch'io ho tentato di negare, ma la bugia a che cosa può servire, se la mia vergogna do vrà saltare fra poco agli occhi di tutti? I miei genitori sono stati troppo buoni con me a per donarmi, e anche lei, signora, è troppo buona a non cacciarmi via come una ladra. Ho una sola