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canto settimo 131


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     Per man di Periteo giaceano morti
Guron Bertani e Baldassar Guirino,
Giacopo Sadoleti e Antonio Porti,
e ferito Antenor di Scalabrino.
Ma il superbo Tognone e i suoi consorti
le schiere di Stufinone e Ravarino
avean distrutte; e a gran fatica s’era
salvato Gherardin su la riviera.
60
     L’altro fratel ferito e prigioniero,
cedeva l’armi al vincitor feroce:
ma su gli archi del ponte un cavaliero
fulminando col ferro e con la voce,
cacciava i Gemignani; e a quell’altiero
s’opponea solo il Potta in su la foce
del ponte, e di fermar cercava in parte
l’ordinanze de’ suoi giá rotte e sparte.
61
     Giugne Renoppia, e dove rotta vede
da la ripa fuggir l’amica gente,
volge con l’arco teso in fretta il piede;
e di lampi d’onor nel viso ardente:
— O infamia, grida, ch’ogni infamia eccede!
Tornate, e dite a la cittá dolente
che moriron le figlie e le sorelle,
dove fuggiste voi, popolo imbelle.
62
     Noi morirem qui sole e gloriose,
gite voi a salvar l’indegna vita:
non resteran vostre ignominie ascose;
né la fama con noi fia seppellita. —
Seco Renoppia avea le bellicose
donne di Pompeian, schiera fiorita
ch’in Modana arrestò tema d’oltraggio,
e cento de le sue di piú coraggio;