Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/201

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CANTO UNDECIMO

ARGOMENTO

               Il conte di Culagna entra in furore,
          e sfida a duellar Titta prigione.
          Ma, sciolto che lo vede, ei perde il core,
          e cerca di fuggir dal paragone.
          Vi si conduce al fine: e perditore
          un nastro rosso il fa de la tenzone.
          De la vittoria sua spande la nuova
          Titta, e pentito poi se ne ritrova.


1
     Poiché la fama al fin con mille prove
mostrò l’infamie sue scoperte al conte,
e gli fece veder come si trove
con la corona d’Atteone in fronte,
contra la moglie irato in forme nuove
si volse a vendicar l’ingiurie e l’onte;
e per farla morir con vituperio
l’accusò di veleno e d’adulterio.
2
     Per tutto il campo allor si fe’ palese
quel ch’era prima occulto o almeno in forse.
La donna francamente si difese,
e le querele in lui tutte ritorse;
e fe’ rider ognun quando s’intese
conm’ella seppe al suo periglio opporse,
e d’inganno pagar l’ingannatore,
ch’ebbe poscia a cacar l’anima e ’l core.