Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/9

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A CHI LEGGE

La Secchia rapita, poema di nuova spezie inventata dal Tassone, contiene una impresa mezza eroica e mezza civile, fondata su l’istoria della guerra, che passò tra i bolognesi e i modanesi al tempo dell’imperador Federico secondo, nella quale Enzio re di Sardigna, figliuolo del medesimo Federico, combattendo in aiuto de’ modanesi, restò prigione e prima d’esser liberato morì in Bologna, come oggidí ancora può vedersi dall’epitafio della sua sepoltura nella chiesa di San Domenico.

La secchia di legno, per cagion della quale è fama che nascesse tal guerra, si conserva tuttavia nell’archivio della catedrale di Modana, appesa alla volta della stanza, con una catena di ferro, quale dicono che servisse a chiudere la porta di Bologna, per onde entrarono i modanesi quando rapiron la secchia.

Di tal guerra ne trattano il Sigonio e ’l Campanaccio istorici, e alcune croniche in penna della cittá di Modana, donde si può vedere che il poema della Secchia rapita ha per tutto ricognizione d’istoria e di veritá.

L’impresa è una e perfetta, cioè con principio, mezzo e fine; e se non è una d’un solo, Aristotile non prescrisse mai ai compositori così fatte strettezze. E oggidì è chiaro che le azioni di molti dilettano piú che quelle d’un solo, e che è piú curiosa da vedere una battaglia campale di qual si voglia duello. Perciò che il diletto della poesia epica non nasce dal vedere operare un uomo solo, ma dal sentir rappresentare verisimilmente azioni maravigliose; le quali quanto sono piú, tanto piú dilettano. Ma facendosi operare un sol uomo, non si può