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SCENA VIII.

Tebaldo, Boemondo in disparte.


Teb.   Io m’involai

Agli applausi, alla gioja... ad Isolina;
Ella dell’amor suo lieto mi fece.
Qui mi chiamava il core;
Il più dolce dovere... avanza fra le piante
Boe.   A quell’aspetto
Tutta l’alma si scosse.
Teb. con emozione   Io ti riveggo,
Recesso augusto. — Piante venerande
Agli Avi miei sacrate, io vi saluto:
Io vi reco de’ miseri il tributo,
Sospir, lacrime, e baci...
E v’adoro... si prostra avanti la querce
Boe. sospeso   Quai moti!... e che mai fia!
avanza involontariamente:
Quel pianto?... quell’affanno!
Teb. Ombre dilette, pace a voi: s’alza
Boe. colpito   M’inganno?
Il suon di quella voce...
Teb. con passione immobile   Oh caro padre!
Boe. agitato   Ciel!...
Teb. come invocandolo   Boemondo!
Boe. con ansietà, e incertezza   Tebaldo!.. avanz.
Teb.   E chi!... Gran Dio. con impeto
si volge, e vede il Cavaliere, che non ravvisa
porta la mano sulla spada.
Che miro! immobile fissando
Boe. che lo riconobbe, alza la visiera, apre
le braccia, e con effusione
         E’ desso! - Oh figlio!