Pagina:Tebaldo e Isolina.djvu/34

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Cle. Deh! soccorso per pietà

Coro Quai lamenti? ciel che avvenne?
Cle. La vedete? oppressa geme
Coro Quale affanno il cor le preme,
Qual mi desta in sen pietà,
E che mai languir la fa?
Isol.   Se deggio perderti
               Sposo adorato,
               Sia pur terribile
               Quanto può il fato,
               Nò, che dividerci,
               Giammai potrà.
Coro   Istante più terribile
               Di questo non si dà.
Isol. Ah non reggo a tante pene
          Ah conforto a tanti spasimi
          Ciel chi mai mi porgerà?
Fra il padre, e il caro bene
          Mi sento il cor dividere
          Mancar mi sento già parte,


SCENA III.


Cle. Al disperato duol che la trasporta

Non s’abbandoni l’infelice. Oh quanto
Successive di gioje e di tormenti,
L’instabile fortuna
Aspre vicende in un sol giorno aduna, parte


SCENA IV.


Grotte nell’interno delle Montagne Etzeburge, attigue ad Altemburgo. Varj massi cristallizzati, dei quali sono sparse rendono scintille di mille colori contro la luce delle fiaccole che ardono avanti due rozzi sepolcri: su d’uno è scritto: Sigiberta di Weissenfeldt sposa di Boemondo d’Altembur-