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10 Capitolo 2 - La misura

che presenta il risultato della misura ai sensi (generalmente alla vista) dello sperimentatore: o direttamente o mediante una registrazione, grafica o di altro genere.

Così in un calibro, strumento per la misura di spessori, il rivelatore è costituito dalla ganascia mobile col cursore ad essa solidale, e che può scorrere nella guida facente corpo unico con la ganascia fissa; mentre l’elemento indicatore è costituito dalla scala graduata in millimetri tracciata sulla guida e dal segno di fede inciso sul cursore, a sua volta generalmente collegato ad una scala graduata ausiliaria (nonio) per la lettura delle frazioni di millimetro. La grandezza letta sulla scala è qui direttamente lo spessore oggetto della misura.

In un termometro a liquido l’elemento sensibile alla temperatura è il liquido contenuto nel bulbo; esso funge almeno in parte anche da trasduttore, perché la proprietà termometrica che viene usata è il volume del rivelatore stesso. Il tubo capillare a sezione costante traduce le variazioni di volume del rivelatore in variazioni di lunghezza della colonna di liquido ivi contenuta; il menisco che separa il liquido dal suo vapore nel capillare funge da indicatore, assieme con la scala tracciata sulla superficie esterna del tubo stesso o sopra un regolo ad essa solidale. La grandezza letta sulla scala è la distanza del menisco da un segno di riferimento che può essere messa in corrispondenza con la temperatura per mezzo di una tabella di conversione; oppure, più spesso e comodamente, le temperature corrispondenti sono scritte sulla scala stessa accanto alle tacche della graduazione.

Le caratteristiche più importanti di uno strumento sono le seguenti:

  • La prontezza: è determinata dal tempo necessario perché lo strumento risponda in modo completo ad una variazione della sollecitazione; ad esempio, per avere una risposta corretta da un termometro si deve attendere che si raggiunga l’equilibrio termico tra il rivelatore e l’oggetto di cui si misura la temperatura.
  • L’intervallo d’uso: è definito come l’insieme dei valori compresi tra la soglia e la portata dello strumento, cioè tra il minimo ed il massimo valore della grandezza che lo strumento può apprezzare in un singolo atto di misura.
  • La sensibilità: si può definire come il reciproco della incertezza di lettura propria dello strumento, cioè della più piccola variazione della grandezza che può essere letta sulla scala, e che si assume generalmente corrispondente alla più piccola divisione della scala stessa (o ad una frazione apprezzabile di questa). La sensibilità può essere diversa in differenti punti della scala, o per diversi valori della grandezza; è un