Pagina:Teoria degli errori e fondamenti di statistica.djvu/30

Da Wikisource.
14 Capitolo 2 - La misura

ne di una scala graduata, lo sperimentatore tende a valutarla sempre in difetto o sempre in eccesso; oppure quando, nel leggere la posizione di un indice mobile posto di fronte ad una scala graduata (non sullo stesso piano), lo sperimentatore tenga il proprio occhio sistematicamente alla sinistra o alla destra del piano passante per l’indice ed ortogonale alla scala stessa (errore di parallasse). Proprio per evitare questi errori di parallasse, dietro gli indici mobili degli strumenti più precisi si pone uno specchio che aiuta l’osservatore a posizionarsi esattamente davanti ad esso.

4. Perturbazioni esterne; un esempio di errori di questo tipo è la presenza di corpi estranei, come la polvere, interposti tra le ganasce di un calibro e l’oggetto da misurare: questo porta a sovrastimarne lo spessore.

Un altro esempio è la misura della profondità del fondo marino o fluviale con uno scandaglio (filo a piombo) in presenza di corrente; questa fa deviare il filo dalla verticale e porta sempre a sovrastimare la profondità se il fondo è approssimativamente orizzontale.

5. Perturbazione del fenomeno osservato da parte dell’operazione di misura. Tra gli errori di questo tipo si può citare la misura dello spessore di un oggetto con un calibro a cursore, o col più sensibile calibro a vite micrometrica (Palmer); l’operazione richiede l’accostament0 delle ganasce dello strumento all’oggetto, ed effettuandola si comprime inevitabilmente quest’ultim0 con una forza sia pur piccola: e se ne provoca perciò una deformazione, con leggera riduzione dello spessore.

6. Uso di formule errate o approssimate nelle misure indirette. Un esempio è offerto dalla misura indiretta dell’accelerazione di gravità g, ottenuta dalla misura della lunghezza (cosiddetta ridotta) l di un apposito tipo di pendolo (di Kater) e dalla misura del suo periodo di oscillazione ,utilizzando la formula

(2.1)

ottenuta dalla nota espressione del periodo

. (2.2)

Ma questa formula vale solo, al limite, per oscillazioni di ampiezza