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Pagina:Terenzio Mamiani Poesie.djvu/328

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Magagnato i’ ti sembro e rincrescevole,
Anzi il più tristo grugno del Rione,
Perchè ti piace Renzo lo svenevole;
Renzo ti piace, il brutto ipocritone,
105Che nelle sacristie trascina i zoccoli
E suona le campane e ruba i moccoli.
          Torce il collo si sempre, che a vedello
Somiglia a un fico dalla pioggia sfatto:
Guarda sottecchi in questo lato e in quello,
110E non fa nulla se non di soppiatto:
Negli occhi à un luccichio come d’orpello,
E in ogni cosa tien forma di gatto.
Ma tu gli lisci il pelo e lo accarezzi
Pur nondimeno, e me fuggi e disprezzi.
          115Oh questa mosca io mi vo’ tor dal naso,
E sia per accadermi ogni malanno;
Chè sento che il bicchiere è colmo raso,
E il diavolo ne goda s’io mi danno.
Macchie, fossi, dirupi ad ogni caso
120Il povero bandito ajuteranno:
Ma tu, Crezia, sarai cagion funesta
Ch’io verrò messo al bando della testa.
          E qual cor sarà il tuo, Crezia crudele,
125Quando i birri verran sulla mia traccia;
E preso e ammanettato il tuo fedele
Vedrai tornar con sanguinosa faccia;
E il popol furibondo e pien di fele
Come al toro ferito entro la caccia,
130Udrai gridarmi dreto: Moja, moja;
E vedra’mi ridotto in man del boja!
          Non mi cercar nel cataletto in chiesa,
Chè il mio corpo starà fuor di sacrato;
E già in inferno l’anima discesa
135Tanto poi t’odierà quanto t’à amato....
Ahi questo no! chè vivrà sempre accesa
E perduta di te contra suo grato.
Odierà ben sè stessa e il mondo e Dio;
Te sempre adorerà, bell’angiol mio.