E del suo mêl pasciuta !
Fanciulle, agli arpicordi
Le man stendete, e di Manfredi alcuna 90Canti le nove, innamorate rime,
Si ch’io pensi ascoltar sua cara voce
E il suon de’ suoi sospiri,
E volontario il cor sogni e deliri. Una del Coro.
— Donna, a null’uom che tra battaglie è spinto 95Girò destino a par del mio pietoso,
Chè me vedrai giojoso
Sempre tra l’arme o vincitore o vinto.
S’io il cimier porterò di lauro cinto,
Gloria soave e mia maggior mercede 100Sarà che al tuo bel piede
Porrò i spezzati usberghi e le bandiere.
Ma se più che il valor potran le nere
Arme di Giuda e mia fortuna truce,
Qual mai trafitto duce 105Cadde raccolto da più fide braccia?
Ed il pallor di moribonda faccia
Quando più belle lagrime bagnaro ?
O in un amplesso caro
Le ferite baciò bocca più vaga ? 110L’alma che solo in te mirar s’appaga,
Sospir movendo faticosi e tardi,
Nel lume de’ tuoi sguardi
Ritroverà la via di gire al cielo.
Lieta e superba di tuo saldo zelo, 120E pe’ dolci tuoi labbri a Dio varcando,
Le gioje pregustando
Più sincere verrà di paradiso,
E nel passar darà per cenno un riso.— Elena. Cessate, oimè, cessate 125E quel canto e quel suono,
Che dell’alma i recessi urta e penètra
E gli spirti ne sugge;
Pari all’ardor della più calda spera