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258 | idillj. |
Che in idolo di cera
130Fiammeggiando saetta e il solve e strugge.
Fanciulle, io vi scongiuro,
L’orme occulte del re cercando gite,
E pietose gli dite,
Come all’ancella sua trepida il core,
135E che langue d’amore.
Venga e mi sieda allato
Brev’ora almeno, e schiuda
Un sorriso beato;
Sia la sinistra sua sotto al mio capo,
140E girando, qual suole,
Su me gli occhj amorosi,
Lieve la destra sopra il cor mi posi....
Amiche, al fianco mio
Fate d’erbe e di fior soffice letto ;
145Spargetemi di rose,
Spargetemi d’unguenti,
Chè agli spirti languenti
La vita ecco vien meno.
Coro. O soave languire
150Ch’è dolcezza infinita e par tormento!...
Già già velati à gli occhj,
E sulle smorte nevi del bel viso
Erra un blando sorriso.
Ecco l’involge e stringe
155Con carezzevol laccio
Soporosa quiete,
Onde si svegli al suo signore in braccio.
III.
Manfredi. Vergini di Sebeto,
Io forte vi scongiuro
Pel signor vostro Amore,
Che la diletta mia non isvegliate.
5Bellezza è gentil raggio,
Donne, che in tutte cose abita e splende,