Ed in virgineo petto
Primo svegliare un verecondo affetto,
Ch’indi illibato e solo, 120Come d’un fior romito, esala e spira,
D’un fior cui prende in cura
La semplice natura !
Soavissima cosa
Chinar la fronte sul quel seno intatto 125E mondo si, come fioccata neve
Sulle deserte cime
E inviolate d’Appennin sublime;
O pari a quelle poma
D’orto segreto e chiuso, 130Che all’etere diffuso
E al raggio intemerato
Sol dell’amiche stelle
Scuopron sè stesse rugiadose e belle !
Coro. Natura e il cielo e la fortuna a prova 140Conceda agli incolpati
Vostri diletti un lungo ordine d’anni,
Vuoto d’amari sdegni,
Pieno d’almi riposi,
Giocondi, obblivïosi..
Manfredi. 145Ah! no, langue l’amore
In blandi ozj di pace,
E sotto i colpi acerbi di fortuna
Assai più ferve e maggior vampo aduna.
All’anime volgari 150Lasciam facili gioje e queti ardori:
Noi del diletto i fiori
Cogliam sull’orlo degli abissi, e molli
Di guerreschi sudori.
Alla speme e al desio d’audaci prove, 155Arminio, aprimi l’alma;
E con verso novello,
Crinito menestrello,
Spargi d’eterna luce
Le pallide memorie