160D’aspra guerriera etade.
Famoso di beltade
Cantami e d’opre e di venture un duce,
E sposate all’amor palme e vittorie. Menestrello. A te, invitto Silfredo, inclita luce 165De’ Niebelunghi,13 a te d’amore acceso,
In cotal suono favellò Guntero
Di Vormio il re: — Possente ospite mio,
E famoso nel dolce inno de’ bardi;
Là nell’ultima Islanda, ove la notte 170Tien lungo impero, e cavernosi immensi
Anno palagi i lemuri e le fate,
Maravigliosa la beltà fiorisce
Di Brumilde divinà. A cui non noto
È il braccio formidabile e l’ardire 175Di quella figlia delli spirti nata
D’arcane nozze? Or tu del tuo consiglio
Se mi soccorri e del vigor dell’asta
Per condurla al mio bacio, il fior còrrai
D’ogni dolcezza, e di Grimelda, io giuro, 180Nobil sirocchia mia, godrai l’amplesso.—
D’intima gioja sfavillò l’eroe
Silfredo, e al re rispose: — Ospite amico,
Io per la fonte il giuro delle sacre
Norne immortali che circonda e lambe 185Del Vahalla le mura, al tuo complesso
Verrà Brumilde e salirà con teco
Il talamo regale. — Esulta il sire
Di Vormio a simil detto. Armi e tesoro
Appresta e navi, e alla remota Islanda 190Veloce indi il traean l’ale de’ remi.
Tremenda cosa era Brumilde, e mille
Amanti cavalieri in corta guerra
O dell’onor fe’ scemi o della vita;
E forza le infondea la diva madre 195Che su ai celesti cavalier d’Udino
Fra le ninfe Valchirie armata e bella
Versa dell’idromele onda soave.