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GIUSEPPE PARINI
Al suolo, al cielo arnica,
45Che a coronar la speme
Cresci di mia fatica,
Salve! In s fausto giorno
48Di pura luce adorno,
Vorrei di genïali
Doni gran pregio offrirti;
51Ma chi diè liberali
Essere ai sacri spirti?
Fuor che la cetra, a loro
54Non venne altro tesoro.
Deh! perchè non somiglio
Al Tessalo maestro,
57Che di Tetide il figlio
Guidò sul cammin destro?
Ben io ti farei doni
60Più che d’oro e canzoni.
Già con medica mano
Quel Centauro ingegnoso
63Rendea feroce e sano
II suo alunno famoso;
Ma, non men che alla salma,
66Porgea vigore all’alma.
A lui che gli sedea
Sopra l’irsuta schiena,
69Chiron si rivolgea
Con la fronte serena,
Tentando in sulla lira
72Suon che virtude inspira.
Scorrea con giovanile
Man pel selvoso mento
75Del precettor gentile;
E con l’orecchio intento
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