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GUIDO CAVALCANTI

27 iv
U
NA figura della donna mia

S’adora, Guido, a San Michele in Orto,
               Che di belle sembianze, onesta e pia,
               4De’ peccatori è refugio e conforto.
          E quale a lei divoto s’umilia,
               Che più languisce, più n’ha di conforto;
               Gl’infermi sana, i Demon caccia via,
               8E gli occhi orbati fa vedere scorto.
          Sana in pubblico loco gran languori,
               Con reverenza la gente s’inchina,
               11Due luminari l’adornan di fuori.
          La voce va per lontana cammina,
               Ma dicon ch’è idolatra i Fra Minori,
               14Per invidia che non è lor vicina.


28 Ballata
L
A forte e nova mia disaventura

M’ha disfatto nel core
               Ogni dolce pensier, ch’i avea d’Amore.
          Disfatto m’ha gia tanto de la vita,
               5Che la gentil, piacevol donna mia
               Dall’anima distrutta s’è partita;
               Sì ch’io non veggio là, dov’ella sia:
               Non è rimasa in me tanta balía
               Ch’io de lo su’ valore
               10Possa comprender nella mente fiore.
          Vien che m’uccide un sottile pensiero
               Che par che dica, ch’i mai nolla veggia;
               Questo è tormento disperato e fiero,
               Che strugge, dole, e ’ncende ed amareggia.
               15Trovar non posso a cui pietate cheggia,

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