Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/162

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prò fragm. Tragur.), di cui fra poco ragioneremo y e Giovanni le Clerc che con molte ragioni il comprova (lì ibi. chois. t. 14, p 351), e con uno stile pungente assai e satirico rigel la la contraria opinione del Burmanno, poichè tra questi due letterati fu per lungo tempo implacabile guerra, come dalle loro opere si raccoglie, nelle quali comunemente l’un contro l’altro si scaglia con ingiurie e motteggi troppo più che ad onesti e saggi scrittori non si convenga. Or tutti questi sostenitori di sì contrarj pareri hanno le lor ragioni a cui appoggiarsi, e a ciascheduno sembran) chiare e convincenti le sue, improbabili le altrui. A me non pare possibile l’accertar cosa alcuna, e solo osservo che il silenzio degli antichi autori, niun de’ quali prima del terzo secolo ha fatta menzion di quest’opera, e lo stile stesso di Petronio, rendono, a mio parere, più probabile l’opinion di coloro che ritardan di molto l’età di questo scrittore. Ciò non ostante io l’ ho posto tra gli scrittori di questa età, perchè tra essi comunemente egli suole aver luogo. XIX. Questionasi ancora di qual patria egli fosse , se romano o francese. I Maurini (Hi st. Litt. de la France, t. 1, §. 1 , p. 186) e il fedel lor seguace l’ab. Longchamps (loc. cit) con alcuni altri il vogliono fraucese y fondati sull’autorità di Sidonio Apollinare, il quale di lui parlando così dice, secondochè questo passo si legge da Enrico Valesio: Et te Massilensium per hortos Graii cespitis, Arbiter, colonum Hellespontiaco parem Priapo. Carm. 23.