Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/10

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di g. tiraboschi ix

popoli d'Italia, principalmente dagli Etruschi, dai Siculi e dagli abitatori della Magna Grecia, donde i Romani presero quasi tutte le buone discipline, e la condusse sino al termine del secolo XVII. Tesse la vita degli scrittori, giudica delle loro opere, indica l’origine e le vicende delle arti e delle istituzioni che sembrano avere colle lettere alcuna colleganza, confronta i tempi coi tempi, e, per dir tutto in breve, ogni cosa espone per la quale giudicar si può quale sia stata in ogni stagione la fortuna delle lettere. E poichè avvenne di alcuni sommi uomini mandati dalla divina provvidenza ad operar grandi cose, che tutto che ignari delle lettere, pure furono a queste liberali di insigni beneficii, ad essi pure tributa il Tiraboschi i meritati elogi, essendosi egli proposto di spiegare non solamente per quali gradi, ma anche per mezzo di quali uomini la letteratura abbia prosperato. È meraviglia a dirsi come scorso appena un anno da che il Tiraboschi aveva posto in Modena la sua dimora (e fu nell’estate del 1770) abbia egli potuto dar fuori il primo volume di un’opera quasi immensa, con cui non tanto mirò ad erudire i lettori, quanto anche a dilettarli coll’eleganza dello stile tutto che semplice ed appena diverso dal comun uso di favellare. Tutta l’opera fu compita nello spazio di undici anni, ed in quattordici volumi. È incredibile l’applauso con che fu ricevuta da tutti i letterati, avendo anche voluto in certo modo rendersela propria i Francesi ed i Tedeschi, che in gran parte la tradussero nelle loro lingue. Importava