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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/216

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seconda 167



Notizie di Diodoro. XXV, Le opere di tutti questi scrittori sono infelicemente perite. Diodoro è il solo che ci rimanga, e l’ultimo tra gli storici siciliani antichi, perchè vivuto al tempo di Cesare. Perciocchè quanto a Temistogene, a cui m. de Burigny vorrebbe attribuire (Hist. de Sicil. t.1, p. 25) la Ritirata de’ diecimila, che trovasi tra le opere di Senofonte, ella non è cosa nè certa nè abbastanza probabile ch’ei ne sia autore; e nella raccolta di opuscoli intitolata Variétés Littéraires leggesi (t. 4, p. 400) una bella dissertazione sul carattere e sull’opere di Senofonte, in cui si prova che anche di quell’opera egli è l’autore. Or quanto a Diodoro, quaranta erano i libri di Storia ch’egli avea scritti in lingua greca, e in uno stile elegante e colto ad un tempo e semplice e chiaro, come dice Fozio (Bibl. n. 70), ma a grande nostro danno quindici soli ce ne sono rimasti. Egli è vero che nella Storia greca e più ancora nella romana egli ha commessi non pochi nè leggeri errori. Ma in ciò che alla sua patria appartiene, non lascia egli di esser tenuto in conto di accurato e colto scrittore. E così certo doveva essere; perciocchè nella prefazione alla sua Storia egli racconta di avere a bella posta viaggiato per gran parte dell’Asia e

    Butera, parimenti da Reggio, padre del tragico Licofrone (che però in altro luogo dicesi da Suida figlio solo adottivo di Lico) che visse a’ tempi d’Alessandro il Grande, e scrisse le Storie della Libia e della Sicilia; e un Polo da Girgenti. che ci diede una Genealogia di tutti i capitani ch’erano stati alla guerra di Troia, e la storia delle loro vicende.