Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/229

Da Wikisource.
180 parte

valenti scrittori. Vuolsi che Dedalo fosse di circa un secolo anteriore alla guerra di Troia, e quindi ancora molti e molti secoli anteriore a’ detti autori. Egli fu inoltre a quella età che fra tutte fu da’ poeti presi di mira a farne l’oggetto delle favolose loro invenzioni. Quindi a me non pare che possa credersi abbastanza fondato ciò che di lui si racconta. In fatti Erodoto, assai più antico di tutti gli allegati scrittori, ove brevemente parla di Dedalo, ne ragiona come di cosa non abbastanza certa, e appoggiata solo a popolar tradizione, usando delle parole: ut ferunt (l. 7, n. 170). Poichè dunque tanti incontrastabili monumenti abbiamo del valore de’ Siciliani nelle belle arti, non giova il ricorrere ad altri argomenti, che non essendo di ugual peso sembrerebbono sminuire anzi che accrescer la forza di que’ più certi che abbiam finora recati.


Per qual ragione fiorisser tanto fra que' popoli le arti. XXXIV. Questi sì gloriosi avanzamenti nelle scienze e nelle belle arti nella Sicilia, e molto più nella Magna Grecia, dovettero la loro origine all’indole stessa e al vivace ingegno de’ popoli che l’abitavano, più che al favore e alla munificenza de’ lor sovrani. Perciocchè, quanto appartiene alla Magna Grecia, essendo quella provincia divisa in molte piccole repubbliche, reggevasi ognuna colle proprie leggi, nè vi era principe alcuno il quale potesse colla libera sua munificenza avvivare gli studii e risvegliare ne’ sudditi l’emulazione. Nella Sicilia poi, oltre che essa ancora ebbe per lungo tempo governo di repubblica, anche allor quando molte città ebbero i lor tiranni e signori, questi