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libro secondo 223

che fosse verso il 566) e in qual luogo sepolto, se in Literno ove egli sdegnato della ingratitudine de Romani si ritirò, ovvero in Roma, così soggiugne (l. 38, c. 56): Romae extra portam Capenam in Sctipionum monumento tres statuae sunt, quarum duae P. et L. Scipionum dicuntur esse, tertia poëtae Q. Ennii1. Così Cicerone e Livio, più vicini di tempo ad Ennio ed a Scipione, della statua di questo poeta favellano come di cosa non abbastanza certa. Valerio Massimo (l. 8, c. 14, n. 1) e Plinio il vecchio (l. 7, c. 30) di questa statua medesima fanno menzione come di cosa da non dubitarne. Così accade sovente che una cosa dapprima appoggiata a dubbiosa popolar tradizione, coll’andar del tempo, benchè niun nuovo argomento di certezza se le aggiunga, si spacci nondimeno per certa.


Suo stile. XV. Quanto allo stile delle poesie di Ennio, tutti convengono che il primo padre egli fu della poesia latina e del poema epico singolarmente; e quindi n’è venuto il nome di Padre, con cui suole egli esser chiamato, come ne passi di Orazio e di Sereno Sammonico

  1. Il sepolcro degli Scipioni qui accennato fu poscia felicemente scoperto l’anno 1780, e se ne può vedere la descrizione allor data nell’Antologia Romaua (an. 1780, n. 9, p. 385; i. 1781, n. 48, p. 377), e se n’è aggiunto ancora un estratto alla ristampa fatta in Roma di questo primo tomo; il quale qui da noi si ommette come cosa con questa Storia non abbastanza connessa.