Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/64

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alla prima edizione 15

dell’autore, ma non il modo con cui l’ha condotta ad effetto.

Il desiderio adunque di accrescere nuova lode all’Italia, e di difenderla ancora, se faccia d’uopo, contra l’invidia di alcuni tra gli stranieri, mi ha determinato a intraprendere questa Storia generale della Letteratura Italiana, conducendola da’ suoi più antichi principii fin presso a’ dì nostri. Dovrò io qui forse discendere alle usate proteste di essermi accinto a un’opera superiore di troppo alle forze del mio ingegno e del mio sapere? A me pare che cotali espressioni siano omai inutili ed importune. Se tu non ti credevi uomo da tanto, dicon talvolta i lettori, perchè entrasti tu in sì difficil carriera? E se hai pensato di poterla correre felicemente, perchè ci annoi con cotesta tua affettata modestia? Io ho intrapreso quest’Opera, e colla scorta di tanti valentuomini, i quali or l’uno, or l’altro punto di storia letteraria hanno dottamente illustrato, ho usato di ogni possibile diligenza per ben condurla. Come io siaci riuscito, dovran giudicarne i lettori. Se io sono stato troppo ardito nell’intraprenderla, sarò ancor facile a condennarla, quando dal parer comune de’ dotti io veggala condennata. Nemmeno mi tratterrò io a ragionare della utilità e dell’importanza di questa mia Opera. Se essa avrà la sorte di essere favorevolmente accolta, e posta tra quelle che non sono indegne d’esser lette, io mi lusingherò di aver fatta cosa umile e vantaggiosa. Ma se essa sarà creduta mancante di que’ pregi che le converrebbono, invano mi stancherei a mostrarne la necessità e il