Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/65

Da Wikisource.
16 prefazione

vantaggio. Meglio impiegato per avventura sarà il tempo nel render conto a’ lettori dell’ordine e del metodo a cui in questa mia Storia ho pensato di attenermi.

Ella è la Storia della Letteratura Italiana, non la Storia de’ Letterati Italiani ch’io prendo a scrivere. Quindi mal si apporrebbe chi giudicasse che di tutti gl’italiani scrittori e di tutte le opere loro io dovessi qui ragionare, e darne estratti, e rammentarne le diverse edizioni. Io verrei allora a formare una biblioteca, non una storia; e se volessi unire insieme l’una e l’altra cosa, m’ingolferei in un’opera di cui non potrei certo vedere, nè altri forse vedrebbe mai il fine. I dotti Maurini che hanno intrapresa la Storia Letteraria di Francia perchè han voluto congiungere insieme storia e biblioteca, in dodici tomi hanno compreso appena i primi dodici secoli, e pare ch’essi, atterriti alla vista del grande oceano che innoltrandosi lor si apre innanzi, abbiano omai deposto il pensiero di continuarla. Per altra parte abbiam già tanti scrittori di biblioteche e di catalogi, che una tal fatica sarebbe presso che inutile; quando singolarmente venga un giorno a compirsi la grande opera mentovata di sopra degli Scrittori Italiani. Ella è dunque, il ripeto, la Storia della Letteratura Italiana, ch’io mi son prefisso di scrivere; cioè la Storia dell’origine e de’ progressi delle scienze tutte in Italia. Perciò io verrò svolgendo, quali prima delle altre, e per qual modo cominciassero a fiorire, come si andassero propagando e giugnessero a maggior perfezione, quali incontrassero o liete o sinistre