Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/126

Da Wikisource.

primo 89

verso l’anno 740 di Roma, mentir, Antonia ¡or madre vi avea stanza, e il padre Druso era occupato nel soggettare i Grigioni e i Germani. Che Claudio nascesse in Lione, chiaramente lo affermano Svetonio (in Claud. c. 1), e Seneca (Lud in morte Claud.). Ma che Antonia vi soggiornasse sì lungamente, che amendue i fratelli vi partorisse, o che le accadesse di trovarsi passeggiera nella città medesima, quando l’uno e poi l’altro mise alla luce, non vi ha ragione alcuna a conghietturarlo, non che a provarlo. Checchè sia di ciò, io spero che i suddetti chiarissimi autori ci permetteranno di porre tra gl’illustri letterati italiani anche Germanico, il quale, ancorchè a caso fosse venuto allo luce in Lione, non vorranno perciò negare ch’ei fosse italiano. Il carattere che di Germanico ci hanno lasciato gli antichi scrittori, è tale che non si può senza un dolce sentimento di tenerezza ricordarne il nome. Dopo la morte d’Augusto ei non fu imperadore, perchè nol volle; e a grave rischio della vita si espose, perchè fosse riconosciuto Tiberio (Tac. Annal. l. 1, c. 33). Le guerre da lui guerreggiate in Germania e nell’Oriente gli acquistaron nome di valoroso capitano; e dalle prime ebbe F onore del solenne trionfo. Ad ognuno è noto, dice Svetonio (in Calig. c. 3, ec.), ch’egli ebbe tutte le doti d’animo e di corpo, quante niuno per avventura ne ebbe giammai; bellezza insieme e coraggio non ordinario; ingegno eccellente nel coltivamento della greca non meno che della latina eloquenza; affabilità singolare e somma premura di acquistarsi