XVII. Contemporaneo a Tacito, e trattator!del medesimo argomento, ma in troppo diversa
maniera, fu Caio Svetonio Tranquillo. Ebbe a
padre, come egli stesso narra (in Othone, c. 10),
Svetonio Lene tribuno di una legione a’ tempi
di Ottone. Fu assai amico di Plinio il Giovane,
che gli scrisse più lettere (l. 1, ep. 18 l. 3,
ep. 8; l 5, ep. 11; l. 9, ep. 34), e ottennegli
la dignità di tribun militare, benchè poscia
ad istanza del medesimo Svetonio conferir la
dissertazioni, e le esatte carte geografiche eh’egli vi ha
¡^giunte e singolarmente il supplemento eh’egli ha fatto
agli smarriti libri di Tacito, in etti egli ne ha imitato
Io stile con una ammirabile felicità , e assai maggiore
di quella che da uno scrittore de’ nostri giorni si potesse aspettare; tutto ciò, io dico, rende questa e.iiiione sommamente pregevole agli eruditi. Aella prefazione, oltre le diligenti notizie ch’egli ha raccolte
intorno la vita di Tacito , ribatte ancora le accuse che
a lui si danno da molli. Ma egli non si lascia per lai
modo aci lecare , come altri fanno, dalla stima pel suo
autore, che non vi conosca difetti: Tantum al.quando
nimis arutum, nimis concistori, ingenii tt ensuum profunditate subobscurum arguerent: non valde repugntiretti; nec cadérti esse Thucydidis vilia, aul, ut loquuntur Graeci, virtntes, urgermi, lo mi compiaccio
pei tanto di essermi unito nello stesso parere con queslo dotto interprete, di cui non vi ha cei tamente alcun altro che abbia con più diligenza studialo Tacito,
e che meglio ne abbia rilevati i pregi non meno thè
ì difetti. >e in qualche altro punto di minore importanza io non son convenuto nel suo parere, conlesso,
come in altra nota ho già osservato che la più fòrte
dillieoltà ch’io tema potennui in esso opporre, si è
l’autorità di s’t valoroso scrittore Ma io ho pensato di
dover ciò non ostante seguire quell" opinione che a me
parea più probabile.