eleganza eli scrivere fossero superiori agli altri}
poichè in tanta copia di scrittori di storia che
verso questi tempi fiorirono, egli di questi due
soli ci ha lasciata memoria. Sono essi Servilio
Noniano, o, come altri leggono, Noviano, e Aufidio Basso, dei quali Quintiliano forma il carattere
con queste parole: Qui’et ipse (parla di Servilio) a nobis auditus est, clari vir ingenii, et
senti ntiis creber, sed minus pressus, quam
historiae auctoritas postulat. Quam paulum
aetate praecedens eum Bassus Aufidius egregie
utique in libris belli Germanici praestitit, genere
ipso probabilis in omnibus, sed in quibusdam
suis ipse viribus minor (l. 10, c. 1). Non è però
a credere che questi soli ottenessero fama nello
scrivere storie. Certo più altri ne veggiam nominati con lode dagli antichi scrittori. Così di
Brutidio fa onorevol menzione Cornelio Tacito
(l. 3 Ann. c. 66), e qualche frammento delle
sue Storie ci è stato conservato da Seneca il
retore (Suas. 6). Così Svetonio accenna le Storie da Getulico scritte (in Calig. c. 8), il qual
sembra essere quel medesimo che dopo avere
per dieci anni governata la Germania con somma
lode, da Caligola fu fatto uccidere solo perchè
era accetto a’ soldati (Dio l 5;))} e Tacito parimente nomina le Storie di Vipsanio Messala
(Hist. l. 3, c. 18,?.5) che è uno degl’interlocutori del Dialogo sul decadimento dell’eloquenza.
Così ancora Gneo Domizio Corbulone, uomo
celebre singolarmente nel mestiere dell’armi per
le guerre sostenute nella Batavia e nell’Oriente,
avea scritte le Storie de’ suoi tempi, come da
Plinio il Vecchio (l. 5, c. 24 l- 6, c. 8) e d*