Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/331

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jg4 LIBRO commessi (V. Journ. des Sav. 1726, p. 4, e 583, Hist. litt. de F Europe, t. 1, p. a3i; 4} p. 191). Il P. Arduino inserì a sua difesa nelle Memorie di Trevoux (ann. 1726, oct. p. 1904) una breve risposta, in cui con una cert’aria di superiorità, che ben si può perdonare a un vecchio ottogenario, qual egli era allora, che risponde ad un giovane e nuovo autore, come era allora M. Crevier, dopo aver detto qualche cosa di due errori attribuitigli dal suo avversario , mostrò di non curarsi delle altre accuse, come non meritevoli di risposta. Ma il Crevier non si tacque, e una terza lettera diè alla luce l’anno 1727 (V. Joum. desSav. 1727, p. 616), in cui e ribattè le ragioni del P. Arduino arrecate in sua difesa, e nuovi errori scoperse ne’ commenti di Plinio. E a parlare sinceramente, non si può negare che ve n’abbia molti. Ne abbiamo noi pure notati alcuni in questo tomo, e nel precedente ancora, per tacere di molti altri de’ quali lo ha di recente accusato il ch. conte. Antongiuseppe della Torre di Rezzonico nelle sue Esercitazioni Pliniane. In un’opera di sì gran mole, e in cui si tratta, per così dire, di quanto havvi al mondo, è egli a stupire che un uomo, benchè dottissimo, sia inciampato più volte? Ma questi errori da quanti pregi non son compensati? Io voglio ancora concedere che tutti i falli che al P. Arduino sono stati opposti, gli siano stati rinfacciati a ragione. Ma che sono essi finalmente in confronto di tanti vantaggi che questa edizione ci ha arrecati? Se egli ha guasti e contraffatti a capriccio alcuni passi, se altri ne ha spiegati fuor