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Alilo Cornelio Celso. Di qual patria ei fosse , nè egli nè alcun altro amico scrittore ce ne ha lasciato indicio. Ch’ei fosse veronese, come alcuni hanno creduto, lo stesso march. Maffei confessa (Verona illutr. par. 2, l. 1) che non si può asserire con alcun probabile fondamento. S’egli non fu romano, certo almen convien dire oli1 ei vivesse in Roma, perchè ci parla di Asclepiade, di Temisone, di Cassio (praef.l. 1), che furon medici in Roma, come d1 uomini da lui conosciuti 5 e di Cassio singolarmente ei dice: Cassio il più ingegnoso medico del secol nostro, che abbiam di fresco veduto [a). (1) ¡Vel fissare l’età di Celso ho seguita l’opinion comune a tutti coloro che fin qui ne han ragionalo. Il eh. sig. consigliere Bianconi è stato il primo a ribattere un tale errore nelle graziose non meno che dotte sue [tenere Ceìsiane scritte nel 1776, e stuuipate nel 1779. tigli ha osservato che Quintiliano fa Celso più antico di Gallione il padre: Scripsil... nou miai pater G litio, accuratius vero priores Gallione Celsus et Lenas, ec. (Insili. l.3,c. 1). Or certo essendo che Gallione il padre fiori verso la metà del reguo d’Augusto , ne viene in seguilo che prima di essa scriveva e fioriva Celso. Celso inoltre parla di Temisone come d’uomo poc’anzi morto: T’emison nuper (praef /. 3,c. 4)Or Temisone era stato scolaro di Asclepiade; e questi era morto prima dell’anno di Roma fitì3. in cui inori Crasso , perciocché questi per bocca di Cicerone ne parla come d’uomo già morto (de Orai. I. t , c. i4). Temisone dunque dovea esser nato almen venticinque o treni’anni prima della morte dì Asclepiade, cioè al più lardi circa l’anno 638, o 635; e per quanto lunga vecchiezza gii si conceda, ei dovelte morire certo non molto dopo la morte di Giulio Cesare avvenuta Tiraboschi, Voi. II. 21